I comportamenti tipici nello stalking

L’art. 612 bis c.p. disciplina lo stalking, definito come quel comportamento assillante e invadente delle abitudini di vita della vittima, come quella serie di comportamenti intrusivi (appostamenti, messaggi e telefonate insistenti, comportamenti ossessivi) i quali ingenerano nella persona offesa uno stato perdurante di ansia e paura, o addirittura il temere per l’incolumità propria o di altri. Lo stalker è perseguito è punito nei modi previsti dalla legge.

Stalking

Il reato di stalking si configura quando avvengono atti persecutori reiterati nei confronti della vittima. Tali comportamenti causano uno stato d’ansia e una sensazione di pericolo imminente, modificando lo stato psichico del soggetto. Per difendersi è necessario effettuare una querela.

I Cinesi in Italia

Come afferma il magazine Cina in Italia, dagli iniziali e sparuti cinquanta cinesi a Milano, oggi la città conta quasi 30mila nuovi cittadini sino-milanesi, oltre 50mila in Lombardia, sugli oltre 280mila che si stimano presenti in Italia. Questi numeri importanti devono far sentire come necessario un rinnovamento delle tradizioni cinesi in Italia che, pur rispettando la cultura dei padri e della madrepatria, possa andare anche verso l’adozione di modelli locali, sia per rispetto della cultura ospitante, che per una necessaria integrazione, pur senza dimenticare le proprie radici.

Nella scrittura cinese, l’Italia ha tre caratteri 意大利 Yi-Da-Li, dove il primo viene scritto con un carattere composto, dove al riparo del tetto di una casa sono ben evidenti il sole e il cuore. In questo straordinario ideogramma sono presenti quasi tutti gli emblemi italiani: la casa, il sole, il cuore.

Oggi, dopo una storia che ha ormai oltre ottant’anni, siamo alla quarta generazione, dove la prima è del tutto scomparsa, ma i wenzhouren sono la comunità straniera più efficiente dal punto di vista commerciale e la Chinatown di Milano è un luogo di attrazione segnalato sulle mappe, dove si unisce l’antico ed il moderno, dove si può assaporare la millenaria cucina imperiale.

Come richiedere la messa alla prova

Gli imputati potranno chiedere la sospensione del processo con messa alla prova alla prima udienza utile successiva al 30 dicembre 2022,

Come affermato su Il Sole 24 Ore potrà chiedersi la messa alla prova anche se il processo è in grado di appello. In via ordinaria la richiesta di messa alla prova può essere avanzata, oralmente o per iscritto, fino a che non siano formulate le conclusioni in sede di udienza preliminare o fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado nel giudizio direttissimo e nel procedimento di citazione diretta a giudizio, oppure, nel procedimento di citazione diretta a giudizio, fino alla conclusione dell’udienza predibattimentale, prevista dal nuovo articolo 554-bis del Codice di procedura penale

Messa alla prova, possibilità di chiedere la sospensione del…

La nuova messa alla prova, introdotta dalla Riforma Cartabia, può essere chiesta per più di 40 reati per i quali era prima preclusa e condurre, se va a buon fine, a estinguerli.

Gli imputati potranno chiedere la sospensione del processo con messa alla prova alla prima udienza utile successiva al 30 dicembre 2022, anche se il processo è in grado di appello.

La scelta del legislatore è coerente con l’esigenza di rendere immediatamente applicabili le disposizioni più favorevoli all’imputato. La messa alla prova infatti consente di estinguere il reato, dopo essersi sottoposto con esito positivo a un programma di trattamento, elaborato d’intesa con l’ufficio di esecuzione penale, con l’assunzione di impegni specifici al fine di elidere o attenuare le conseguenze dell’illecito e l’assolvimento di prescrizioni attinenti lavori di pubblica utilità.

Ricettazione: per la responsabilità non occorre l’ accertamento del…

In materia di ricettazione di cui all’art. 648 cod. pen, per l’affermazione della responsabilità nella ricettazione non è necessario l’accertamento giudiziale della commissione del delitto presupposto, né dei suoi autori, né dell’esatta tipologia del reato, potendo il giudice della ricettazione affermarne l’esistenza attraverso prove logiche; alla stregua, cioè, di elementi di fatto acquisiti ed interpretati secondo logica. Lo ha affermato la di Cassazione-sez. II pen.- con sentenza n. 3091 del 29-11-2023

Scommesse sportive, quando sono illegali

Le scommesse sportive, come molte altre forme di gioco d’azzardo, sono legali se autorizzate dallo Stato. Secondo la legge italiana, l’organizzazione e l’esercizio di giochi di abilità che comportano una vincita e richiedono un pagamento in denaro sono un monopolio dello Stato. Ciò significa che le scommesse sportive sono legali quando gestite da enti come l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), che è l’autorità preposta alla regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia.

Partecipare a scommesse sportive, giochi e concorsi non autorizzati dalla legge è un reato e comporta sanzioni specifiche, come arresto fino a tre mesi o un’ammenda tra 51 e 516 euro.

Gestione scommesse affidato a bookmaker straniero, quando è reato

In tema di esercizio abusivo di attività di gioco o scommessa, qualora il gestore di un centro scommesse italiano affiliato a un bookmaker straniero metta a disposizione dei clienti il proprio conto-giochi o un conto-giochi intestato a soggetti di comodo, consentendo la giocata senza far risultare chi l’abbia realmente effettuata, è configurabile il reato di cui all’art. 4, comma 4-bis, l. 13 dicembre 1989, n. 401, essendo realizzata un’illegittima intermediazione nella raccolta delle scommesse che rende irrilevante l’esistenza di titoli autorizzatori o concessori in capo a detto bookmaker.

Esercizio abusivo Gioco d’azzardo

La Cassazione ha stabilito che “il reato di svolgimento di attività organizzata per la accettazione e raccolta anche per via telefonica e telematica di scommesse o per favorire tali condotte risulta integrato da qualsiasi attività, comunque organizzata, attraverso la quale si eserciti, in assenza dì concessione, autorizzazione o licenza ai sensi dell’art. 88 R. D. 18 giugno 1931 n. 773 (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza)”, a prescindere dall’abilitazione in capo al gestore stesso.